Il 9 ottobre 2017 si è festeggiato il primo anno alla Traslo del move coordinator per la Spagna, Stefano Usai.
“Sembra entrato solo ieri in punta di piedi nella nostra azienda e invece è già passato un anno” dice il CEO Samuele Mura. “E’ stato un anno in cui è cresciuto tantissimo, lavorativamente parlando, e noi siamo cresciuti con lui. Il suo apporto alla Traslo è stato fondamentale.”
Di quest’ anno appena passato e di tante altri argomenti ci ha parlato Stefano in questa breve intervista.
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Ciao Stefano, come stai?
- Benissimo, grazie!
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E’ passato un anno ormai dal tuo ingresso nel team di Traslo Service. Dal tuo primo giorno a oggi, ci sono stati molti cambiamenti? E se si, cosa?
- In un certo senso i cambiamenti sono stati tanti perché quando sono entrato eravamo in 6 e poi sono arrivate altre 3 persone. C’è sempre stato, comunque, un ambiente molto positivo, familiare, buone vibrazioni che non fanno altro che farti sentire a tuo agio per poter lavorare nelle migliori condizioni possibili. Inoltre, penso che il fatto di poter ascoltare la musica in ufficio sia un incentivo non da poco!
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Raccontaci un po’ di te. Quando, come e perché hai deciso di trasferirti a Londra?
- Dopo aver lasciato l’università e aver trascorso 6 mesi nel nord Italia, al mio rientro in Sardegna, mi sentivo vuoto e con un forte bisogno di viaggiare e fare nuove esperienze. Alcuni dei miei amici d’infanzia la pensavano come me e quindi abbiamo deciso di partire per Londra tutti insieme. Era la meta perfetta per intraprendere questo viaggio tutti insieme!
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Come sei arrivato alla Traslo e di cosa ti occupavi prima?
- Quando sono arrivato a Londra nel 2010 con amici di Ulassai e, un po’ come tanti nuovi arrivati che non conoscono l’inglese, mi sono inserito nell’ambiente ristorativo, ho cambiato vari lavori all’inizio e poi ho trascorso 4 anni da Pret a Manger fino a che non ho avuto la possibilità di cambiare e uscire dall’ambiente della ristorazione. E’ stato duro a momenti, ma mi ha formato tanto come persona, facendomi imparare inglese e spagnolo che ora sono indispensabili nel mio lavoro, e chiaramente facendomi conoscere tante persone fantastiche durante il percorso. Proprio nel momento di crescita dell’azienda mi trovavo ancora a Londra e sono stato contattato da Samuele, che già conoscevo, e che mi ha dato la possibilità di entrare a far parte di questo fantastico team.
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A parte Samuele, conoscevi già i tuoi colleghi?
- Conoscevo, anche se non molto, Francesco perché i nostri genitori erano colleghi di lavoro. Conoscevo Samuele, ma non tantissimo. Eravamo nella stessa scuola superiore e comunque venivamo da due paesi vicinissimi. Ci vedevamo ogni tanto a Londra per vedere qualche partita insieme ma, ho avuto la fortuna di conoscerlo meglio a lavoro e ora lo considero più un amico che un capo, oltre che un grandissimo esempio per tutto.
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Aspetti positivi e negativi di questo lavoro?
- Non vorrei fare il buonista ma, vedo solo aspetti positivi. Forse anche paragonandolo a ciò che ho fatto prima. L’ ambiente è fantastico; è sufficiente dire che nessuno scappa alle 5 pm in punto! Stiamo veramente bene, si lavora tanto quando è il momento ma si ride e si scherza tantissimo ogni giorno. Per me tutto questo è importantissimo e ripeto, la musica è un plus per me e oltretutto, la scelgo io!!!
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Brexit: dici la tua.
- Mah, discorso complicato, non sono un esperto. Lo vedo come un passo indietro, come costruire un muro che ti separa da chi ti dà tanto. Forse il mio punto di vista è più da londinese che da britannico, per cui non parlo di quello che succede fuori Londra. Lavorando nell’hospitality a Londra ho notato che il 90% delle persone dei vari caffe, ristoranti, hotel non sono britannici; stiamo dando un grande aiuto a fare dei lavori che gli inglesi solitamente non fanno e non vogliono fare, per non parlare dei beni alimentari che vengono importati da tutta Europa e non solo. Con la Brexit penso che a livello di scambi commerciali tutto questo si complicherà purtroppo.
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Cosa suggerisci a chi come te vuole trasferirsi in Uk?
- Di non portarsi gli occhiali da sole ma tanta voglia di lavorare. Di non aspettarsi di trovare le stesse cose che c’erano a casa ma anzi, tanta meritocrazia, organizzazione lavorativa, cultura multietnica esemplare, meno burocrazia, e tanto altro, un’esperienza che consiglio a tutti.
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Progetti per il futuro?
- Non sono uno che pianifica molto il futuro e al momento sono molto felice qui. Voglio continuare qui alla Traslo per un aiuto reciproco in cui io possa crescere insieme all’azienda.
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Un saluto al capo?!
- Ciao Sam!!!
Cosa pensate di ciò che ci ha detto Stefano? Se volete fargli altre domande, scrivetele nei commenti!
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